Storia

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1-Lionello Signorini, 2-Alberto Gualdani, 3-Lombardo Lombardi,
4-Giorgio Nenci, 5-Ilario Reconditi, 6-Santi Salvini, 7-Esgardo Cappelli,
8-Alessandro Carresi, 9-Luigi Raspini, 10-Mario Barboni, 11-Gino Cherici,
12-Mario Innocenti, 13-Mario Ciofi, 14-Federigo Orlandi, 15-Luciano Landi,
16-Scipio Lombardi, 17-Oreste Semoli, 18-Remigio Morini,
19-Alfredo Balsimelli, 20-Alceste Mancianti, 21-Enrico Nannicini.


 

Un pò di storia:

Era il 30 luglio 1951 quando un piccolo gruppo di pionieri, 21 persone in tutto decisero di affrontare in modo diretto e propositivo un argomento all’epoca circondato da non pochi pregiudizi: la donazione del sangue. L’argomento ancora suscitava arcaiche paure nell’immaginario di una vasta fascia della popolazione, ma era una pratica già studiata e consolidata a livello medico-scientifico. Se la scienza medica avevagià individuato la strada per salvare molte vite umane, nella pratica ancora scarseggiava la… “materia prima”. Così i fondatori del sodalizio montevarchino non si dedicarono solo alle donazioni, ma anche ad una fondamentale opera di allargamento della base sociale. Il concetto della donazione del sangue stentava a far presa nell’opinione pubblica. nel corso degli anni Cinquanta le donazioni si rivelarono sufficienti a coprire il fabbisogno del locale ospedale. Poi, con il passare del tempo i componenti il consiglio dell’AVIS di Montevarchi iniziarono a far breccia nel cuore dei concittadini, riuscendo a trasmettere i valori racchiusi nel grande gesto di solidarietà rappresentato dalla donazione del sangue.

 

Negli anni Sessanta crescono i donatori e con essi cresce in modo esponenziale la raccolta del sangue che va a coprire il fabbisogno di altri ospedali ubicati anche a notevole distanza dalla cittadina valdarnese. I soci “storici” ricordano ancora di quella volta in cui i flaconi di sangue, posizionati all’interno di frigoriferi portatili, furono consegnati alla Polizia Stradale che, con efficiente sistema di staffette, li recapitò ad Ancona dove si era creata un’emergenza. A quei tempi il sangue raccolto a montevarchi è stato utilizzati anche negli ospedali di Arezzo e Siena. Il grande lavoro svolto dall’AVIS di Montevarchi viene riconosciuto sia dai vertici dell’associazione che dall’amministrazione comunale che, nel 1968, premia con una medaglia d’oro i soci benemeriti che hanno raggiunto la soglia delle 50 donazioni.

 

Nonostante questi successi l’impegno del consiglio direttivo non si ferma e nel corso degli anni Settanta continusno a crescere le donazioni. Il segreto di questo successo è probabilmente da ricercare nell’oculata campagna di informazione e sensibilizzazione messa in atto dal sodalizio. Senza dubbio vincente si rivela la campagna lanciata nelle scuole elementari e medie dove vengono organizzati concorsi di disegno sul tema della donazione del sangue. I vincitori di queste competizioni venivano premiati con libretti di risparmio che avevano anche il pregio di avviare i bambini e gli adolescenti ad un uso consapevole del denaro.

 

Grassi SNC Inps-p1Altro punto vincente sono le gite sociali e le serate ricreative che contribuiscono a creare un clima di coesione tre l’ormai nutrita “famiglia” dell’AVIS di Montevarchi. Una “famiglia” volenterosa ed attiva, basti pensare che dalle 671 donazioni del 1975 si passa alle oltre 1750 della fine degli anni Ottanta, per salire ancora fino alle 1950 donazioni annue del 2001. Dopo un decennio, e siamo arrivati ai tempi recenti, le donazioni sono aumentate ancora, per attestarsi nel 2010 attorno alle 2330 unità.

 

Ma non si possono chiudere queste brevi note senza ricordare gli interventi effettuati dal sodalizio in ambito socio-culturale, come la sponsorizzazione, nel 2001, del catalogo della mostra di Oreste Borri, curata dal concittadino Marcello Bossini. Con una mostra d’arte l’AVIS volle celebrare e tramandare ai posteri i primi 50 anni di attività dell’associazione; “non mero ricordo nominativo – ebbe a dire in quell’occasione il Presidente Silvano Corsi ma descrizione artistica del gesto della donazione che ci ha uniti negli anni.”

 

Non era questo l’unico intervento in ambito socio-culturale, basti ricordare che dieci anni prima proprio su impulso dell’AVIS, era stato inaugurato il monumento ai Donatori del Sangue realizzato dallo scultore valdarnese Remo Gardeschi. Monumento ancora oggi posizionato nella piazza antistante la stazione ferroviaria che da quel lontano 1991 ha assunto il nome di Piazza Donatori di Sangue.